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Fra il 1500 ed il 1503 la Romagna è al centro degli scontri politico militari dei pretendenti dell‟epoca.
Cesare Borgia un cardinale condottiero spregiudicato, duca di Valentinois, soprannominato il Valentino, figlio naturale del Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), che ha appena conquistato lo Stato della Romagna, ingaggia nella primavera del 1502 Leonardo da Vinci come architetto e ingegnere militare per monitorare le fortezze a difesa di città come Cesena, Cesenatico, Rimini, Faenza ed Imola.
Soggiornando a Cesena, Leonardo le visita con un apposito lasciapassare del Valentino. Con l‟introduzione delle nuove armi a polvere da sparo i Francesi avevano raggiunto una supremazia militare che il Borgia voleva in qualche modo contrastare.
Numerosi gli appunti di Leonardo sulle varie migliorie da apportare e non solo militari alle varie installazioni di difesa, ma anche logistiche, artistiche e culturali, delle varie città visitate. Inventa anche una nuova formula per la polvere da sparo (zolfo, carbone e salnitro). Sembra che anche l‟amico Niccolò Machiavelli, nella sua qualità di Segretario della seconda Cancelleria fiorentina, sia della partita, inviato in Romagna ed a Urbino per instaurare rapporti tra Firenze e Cesare Borgia.
Si dice che la spregiudicatezza di quest‟ultimo verso amici e nemici, lo abbia particolarmente colpito ed abbia ispirato l‟opera per cui è divenuto famoso. Il suo trattato storico politico intitolato “Il Principe”.
Allora fra i Francesi, i Borboni, Ludovico il Moro, Venezia e le case regnanti dei vari ducati, la lotta, gli accordi, i matrimoni per i trattati, i continui cambi di strategia e di alleanza fra i combattenti per il possedimento dei vari territori, erano una costante dell‟epoca. In essa i Papi, religiosi e condottieri, con il loro potere temporale avevano una grande influenza ed un notevole potere militare.
Frequenti le congiure, i delitti, gli avvelenamenti fra politici e militari, soprattutto sotto i Borgia che agivano senza alcuno scrupolo. La storia riconosce comunque che il periodo dei Borgia in Romagna fu molto attivo e importante per quei territori. Dopo la presa di Urbino da parte del Valentino, il cui motto era
“Aut Cesar aut nihil”, l‟uccisione per strangolamento di un personaggio dell‟epoca di Leonardo da parte di Cesare Borgia, gli fece aprire gli occhi sulla feroce condotta del Valentino e, dopo nove mesi Leonardo lo abbandonò, non senza aver curato anche la mappa di Imola.
Morto il padre Alessandro VI, forse avvelenato, suo figlio, che nel 1498 aveva deposto la porpora cardinalizia, riuscì a far eleggere Papa Francesco Todeschini Piccolomini, che prese il nome di Papa PIO III°. Ma questi morì poco dopo. Il papa che gli succedette, Giulio II, della Famiglia dei della Rovere (acerrimi nemici dei Borgia), esautorò Cesare Borgia dal governo della Romagna, ne ordinò l‟arresto e lo fece incarcerare in Castel Sant‟Angelo.
Evaso, fuggì a Napoli dove fu nuovamente arrestato e, condotto in Spagna, fu messo in catene per ordine diretto del Re. Nuovamente evaso si rifugiò da suo cognato re di Navarra. Nel 1507, malato di “mal francese”, morì combattendo durante un tentativo di assediare il castello di Viana. La cattiva fama del Valentino lo perseguitò a lungo anche dopo la morte, la collocazione delle sue ossa in un apposito sacello, non trovarono pace neppure nel 2007, per ordine della gerarchia vaticana.
fonte: Marco Biffani
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