PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Applicazione matematica della prospettiva nei dipinti
Quando si tratta di matematica e arte, Da Vinci ha utilizzato i principi matematici della prospettiva lineare nelle sue opere. I tre elementi necessari per la prospettiva lineare sono le linee parallele, la linea dell'orizzonte e un punto di fuga.
' un grande innovatore: approfondisce e sviluppa i precetti della prospettiva, già introdotti da Leon Battista Alberti suo predecessore. Sviluppa la teoria della prospettiva aerea, tenendo conto dello sfocarsi degli oggetti alla distanza e del mutamento dei loro colori.
Era in grado di far sembrare che gli oggetti fossero più lontani dallo spettatore. Da Vinci è stato in grado di creare l'illusione della profondità su una superficie piana come un dipinto o un disegno.
Dopo aver studiato i principi della prospettiva lineare, Da Vinci ne fece buon uso in alcuni dei suoi primi lavori. Nel suo dipinto dell'Annunciazione, usa la prospettiva per mettere in evidenza vari aspetti che valorizzano le opere. Usando la prospettiva lineare, include elementi come l'angolo di un edificio, un giardino recintato e un sentiero. Nel loro insieme, tali caratteristiche contrastano la chiusura e l'apertura.
Delle altre sue opere, l'Adorazione dei Magi incompiuta aveva lo scopo di mostrare la portata della conoscenza di Da Vinci del disegno di figura e della prospettiva. Nel suo lavoro sull'immagine, ha prodotto una serie di studi. Ciò includeva uno studio approfondito della prospettiva. Uno di questi riguardava la parte sinistra del quadro dove intendeva illustrarlo con uno sfondo complesso di edifici classici in rovina. Per raggiungere questo obiettivo, ha incluso uno studio approfondito della prospettiva.
Nel suo uso della prospettiva, Leonardo Da Vinci è riconosciuto come il primo ad usare l'anamorfosi. Questa è una tecnica per cui un'immagine può essere vista solo usando uno specchio curvo o da una posizione particolare.
La prospettiva aerea è "la forma di rappresentazione, di natura soprattutto artistica, che ricerca le variazioni di intensità luminosa e di gradazioni di toni in rapporto alle distanze, allo spessore dello strato d'aria interposto, alla posizione della sorgente luminosa" (Vocabolario Treccani).
La prospettiva aerea è un principio utilizzato nell'arte visiva per creare l'illusione di profondità e distanza in una rappresentazione bidimensionale, come un dipinto o una fotografia.
1). Gradiente di sfumatura
Gli oggetti che sono più lontani dall'osservatore appaiono più sfumati e meno definiti rispetto a quelli più vicini. Questo effetto è dovuto alla presenza di particelle atmosferiche che assorbono e diffondono la luce, causando una graduale perdita di chiarezza visiva.Ad esempio, quando si dipinge un paesaggio, i gradienti di sfumature possono essere utilizzati per creare la transizione dall'illuminazione diretta a quella in ombra su una montagna, o per creare l'effetto di un cielo che sfuma dal blu all'arancione al tramonto.
Questi gradienti possono essere ottenuti tramite varie tecniche, come la miscelazione di colori sulla tavolozza o sulla tela, l'utilizzo di pennelli morbidi per sfumare i confini tra le tonalità, o l'utilizzo di strumenti digitali come i software di grafica per creare gradienti di colore su schermo.
2). Diminuzione della nitidezza
Gli oggetti lontani tendono ad avere bordi meno definiti e dettagli meno evidenti rispetto a quelli vicini. Questo effetto contribuisce a creare l'illusione di distanza e profondità nella rappresentazione.Gli oggetti più vicini all'osservatore tendono ad essere più nitidi e definiti, con contorni chiari e dettagli evidenti, mentre gli oggetti più lontani appaiono meno nitidi e più sfocati, con contorni meno definiti e dettagli meno evidenti. Questo effetto è dovuto alla presenza di particelle atmosferiche, come polvere, umidità e inquinanti, che diffondono la luce proveniente dagli oggetti lontani, causando una perdita di chiarezza visiva.
Nella rappresentazione artistica, la gestione della nitidezza è fondamentale per creare l'illusione di profondità e distanza sulla superficie bidimensionale. Gli artisti utilizzano varie tecniche, come la sfumatura graduale e la riduzione dei dettagli, per simulare gli effetti della prospettiva atmosferica e per rendere più convincenti le loro opere.
La gestione della nitidezza nella prospettiva è particolarmente evidente nei paesaggi, dove gli oggetti lontani tendono ad apparire più sfocati e meno definiti rispetto a quelli vicini. Questo aiuta a creare un senso di profondità e spazio nella scena, aggiungendo realismo e tridimensionalità alla rappresentazione.
3). Cambiamenti nel colore
Nei principi della prospettiva visiva, i "cambiamenti di colore" si riferiscono alla variazione di tonalità e saturazione dei colori degli oggetti in base alla loro distanza dall'osservatore e agli effetti atmosferici. Questo fenomeno è noto come sfumatura atmosferica o prospettiva atmosferica.
Nella prospettiva atmosferica, gli oggetti più lontani tendono ad apparire più chiari, più sfumati e talvolta più freddi nei colori rispetto agli oggetti più vicini. Questo è dovuto alla presenza di particelle atmosferiche, come polvere, umidità e inquinanti, che diffondono la luce proveniente dagli oggetti, causando una perdita di chiarezza e una variazione nella percezione dei colori.
I cambiamenti di colore nella prospettiva possono essere sottili, ma contribuiscono significativamente a creare l'illusione di profondità e distanza nelle rappresentazioni visive. Ad esempio, in una scena paesaggistica, le montagne o gli alberi più lontani possono apparire più chiari e più bluastri rispetto a quelli più vicini, a causa della diffusione selettiva della luce attraverso l'atmosfera.Gli oggetti lontani tendono ad assumere tonalità più chiare e fredde rispetto a quelli vicini, a causa della diffusione selettiva della luce atmosferica. Questo fenomeno, noto come "sfumatura atmosferica", contribuisce ulteriormente a creare l'illusione di profondità.
4). Diminuzione delle dimensioni
Gli oggetti lontani appaiono più piccoli rispetto a quelli vicini, seguendo il principio della prospettiva lineare. "diminuzione delle dimensioni" si riferisce al fenomeno per cui gli oggetti appaiono più piccoli man mano che si allontanano dall'osservatore lungo la linea di vista. Questo principio è alla base della prospettiva lineare, che è uno dei principi fondamentali utilizzati nell'arte visiva per creare l'illusione di profondità su una superficie bidimensionale.
La diminuzione delle dimensioni è il risultato diretto della convergenza delle linee parallele verso un punto di fuga sul piano orizzontale, noto come punto di fuga. Questo effetto è evidente nelle rappresentazioni prospettiche, dove le linee orizzontali degli oggetti distanti sembrano incontrarsi in un punto lontano sulla linea dell'orizzonte.
Questo principio è ampiamente utilizzato nell'arte per creare l'illusione di profondità e distanza. Ad esempio, quando si disegna una strada o un corridoio in prospettiva, le linee laterali della strada o del corridoio sembrano convergere verso un punto lontano sulla linea dell'orizzonte, creando così l'illusione di profondità e di lunghezza.
In sintesi, la diminuzione delle dimensioni è un principio chiave della prospettiva lineare che contribuisce a creare l'illusione di profondità e distanza nelle rappresentazioni bidimensionali.
Questo effetto si basa sulla percezione umana della dimensione relativa degli oggetti in relazione alla loro distanza dall'osservatore.
5). Perdita di dettagli
Gli oggetti lontani possono perdere dettagli più fini e complessi a causa della sfocatura atmosferica e della diminuzione della risoluzione visiva. Questo contribuisce a enfatizzare la profondità della scena e a creare un senso di spazio tridimensionale.
La prospettiva aerea, i cui studi furono iniziati soprattutto da Leonardo da Vinci, si fonda empiricamente sul fatto che l'aria non è un mezzo del tutto trasparente, ma con l'aumentare della distanza dal punto di osservazione i contorni divengono più sfumati, i colori sempre meno nitidi e la loro gamma tendente verso l'azzurro. Leonardo di conseguenza nella sua pittura rende gli oggetti con colori sempre più sfumati in funzione della loro distanza, rendendo più nitidi quelli in primo piano. Leonardo infatti tende a distinguere ulteriormente una "prospettiva aerea" propriamente detta, in cui si applica lo sfumato a seconda della distanza degli oggetti raffigurati, da una "prospettiva del colore" che invece teorizza il cambiamento del colore delle cose in ragione della loro lontananza.
Secondo gli studi di ottica di Leonardo, inoltre, l'aria è più densa («una aria grossa più che le altre») quanto più è vicina al suolo, mentre diventa più trasparente con l'altezza. Quindi soprattutto gli elementi di paesaggio che si sviluppano in altezza, come le montagne, appaiono più nitidi nelle parti più alte.
Prospettiva aerea dalla cima del monte Zugspitze, montagna di confine, lo Zugspitze, la cima più alta della Germania, si trova tra la Germania e l'Austria.
«Adunque tu, pittore, quando fai le montagne, fa' che di colle in colle sempre le bassezze sieno più chiare che le altezze, e quanto vòi fare più lontana l'una dall'altra, fa' le bassezze più chiare; e quanto più si leverà in alto, più mostrerà la verità della forma e del colore» (manoscritto A, risalente al 1492 circa, foglio 98 recto).
Tra le opere portate spesso come esempi di applicazione della prospettiva aerea ci sono tre quadri della maturità dello stesso Leonardo: la Gioconda, L'annunciazione, la Vergine con Sant'Anna e il Bambino e la Vergine delle Rocce (sia nella versione di Parigi che in quella di Londra). Questa tecnica fu utilizzata anche da Piero della Francesca nel paesaggio del Doppio ritratto dei duchi di Urbino.
«Dell'aria che mostra più chiare le radici de' monti che le loro cime.
Le cime de' monti si dimostreranno sempre più oscure che le loro basi. Questo accade perché tali cime de' monti penetrano in aria più sottile che non fanno le basi loro, per la seconda del primo che dice, che quella regione d'aria sarà tanto più trasparente e sottile, quanto essa è più remota dall'acqua e dalla terra; adunque seguita, tali cime dei monti che giungono in essa aria sottile si dimostrano più della loro naturale oscurità che quelle che penetrano nell'aria bassa, la quale, com'è provato, è molto più grossa.
Perché gli alberi da una distanza in là quanto più sono lontani più si rischiarano.
Da una distanza in là gli alberi, quanto più s'allontanano dall'occhio, tanto più gli si dimostrano chiari, tantoché all'ultimo sono della chiarezza dell'aria nell'orizzonte. Questo nasce per l'aria che s'interpone infra essi alberi e l'occhio, la quale essendo di bianca qualità, quanto con maggior quantità s'interpone, di tanto maggiore bianchezza occupa essi alberi, i quali per partecipare in sé di scuro colore, la bianchezza di tale aria interposta rende le parti oscure più azzurre che le loro parti illuminate.»
(Leonardo da Vinci, Trattato della pittura
Pagine e pagine sono state scritte su questa tavola celeberrima di Leonardo da Vinci datata 1503-1506, che ogni anno attrae milioni di visitatori al Museo del Louvre. Un alone la circonda e non mi riferisco solo all’alone del mistero: analizziamo subito lo sfondo!
Leonardo introduce nella pratica del ritratto, molto in voga in quel periodo in Italia, la caratterizzazione del paesaggio sullo sfondo e vi applica i principi che dalla sua osservazione lo portarono a definire una prospettiva naturale o aerea.
Il paesaggio in lontananza dunque non ci appare dai contorni nitidi ma sfuocato man mano che procediamo verso la profondità. Vi faccio notare infatti che il primo elemento paesaggistico che si vede sulla destra è una strada e a differenza dei monti e degli alberi che ci appaiono nella profondità, i contorni della strada sterrata sono più nitidi e i colori sono tendenti al giallo, meno influenzati dalla patina azzurrina tipica invece dell’effetto ottico che dà la massa d’aria frapposta ai monti dello sfondo.
Passiamo ora dal ritratto ad una rappresentazione sacra quella prospettiva aerea Leonardo da Vinci, prospettiva naturale, sfumato di Leonardo da Vinci di Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnello, anch’essa di Leonardo, successiva alla Gioconda, infatti è datata 1510-1513, e anch’essa conservata presso il Louvre.
Questa tavola ci dà la testimonianza della volontà di Leonardo di rendere pittoricamente i sentimenti dei personaggi raffigurati e soprattutto quella di rendere il dato naturale. Quello che analizziamo in questa sede è infatti la resa pittorica della prospettiva aerea nello sfondo della tavola grazie allo sfumato. Meglio forse che nella Monna Lisa, si notano qui le velature con cui sono stesi i sottilissimi strati sei pigmenti tendenti al bianco velano quello che è il colore più scuro steso sulla base dei monti nella profondità. I contorni dei monti più acuti e frastagliati verso il primo piano e quasi impercettibili man mano che l’occhio si allontana.
Il giardino nel quale è ambientata la scena ritrae una vasta gamma di specie botaniche, rappresentate secondo una prospettiva aerea. Questa tenta di riprodurre la vista a occhio nudo, gradualmente ostacolata dal pulviscolo atmosferico, preannunciando lo sfumato, che caratterizzerà il Leonardo più maturo.
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